martedì 29 maggio 2012

Primavera bonelliana [Pt. 5]

Quando ho visto il Dylan disteso sul lettino della camera mortuaria, mi è tornato alla mente il discreto thriller Nightwatch (1997) con Ewan McGregor visto per caso l'estate scorsa; al che il mio cervello ha sperato che il numero 309 scritto da Gualdoni, disegnato da Saudelli e intitolato L'autopsia potesse rientrare in quei Dylan Dog claustrofobici "abbestia" che da un pò di tempo non si affacciano più nelle edicole. Mi sono clamorosamente illuso: fa schifo. E poi, basta concludere gli albi con Dylan che occupa l'ultima tavola scrivendo sempre i suoi precetti depressi: oramai è una chiusura che fa apparire la Canzone della buonanotte della serie L'orso Bear come un qualcosa di profondamente originale.


Se Il castello nel cielo (primo Zagor Gigante uscito lo scorso anno) rappresentava una ghiotta occasione di lettura per i fan zagoriani più progressisti e fantasyosi, il secondo annuale L'uomo che sconfisse la morte (testi di Burattini, disegni di Verni) fornisce a chi ama il fumetto italiano di spendere sette euro con grande soddisfazione. Il ritorno di Hellingen è solo il tassello di un mosaico avventuroso ben più ampio, solennemente disteso in 240 pagine e incentrato su un tema piuttosto angoscioso: cosa succederebbe se un eroe delle Nuvole Parlanti morisse? Imperdibile.

sabato 26 maggio 2012

Primavera bonelliana [Pt. 4]: la mossa del Saguaro

Carnegiea Gigantea è stato, fino a due giorni fa, il nome scientifico del Saguaro, un enorme cactus largamente diffuso nel deserto della Sonora, in Arizona; purtroppo, dal 24 maggio 2012, è anche il nome della nuova serie (neanche miniserie) "made in Bonelli". 
Mi spiace molto doverlo ammettere, ma a dodici anni esatti dall'uscita della più recente serie senza data di scadenza (Dampyr, del 2000), la Sergio Bonelli Editore continua a fare passi (da gigante) indietro; mi spiace non solo come lettore storico bonelliano (ho comprato il mio primo Tex nel 1994 e tuttora i Bonelli sono i fumetti che leggo di più), ma proprio come strenue difensore delle nuvole parlanti nostrane. Gli anni 2000 sono stati veramente miseri per la storica casa editrice milanese, che si è vista impegnata su più fronti: da una parte, ha chiuso delle collane ottime (le storiche Mister No Nick Raider e le meno storiche Napoleone e Magico Vento) e altre di cui pochi sentiranno la mancanza (penso ad aborti quali Gregory Hunter o Johnatan Steele); dall'altra, promettendo grandi rinnovamenti, ha dato alle stampe la bellezza di dieci mini-serie (a parte Volto Nascosto e il suo seguito Shangai Devil, sono tutte al limite del leggibile e del ridicolo) e sei romanzi a fumetti (alcuni validissimi, in questa serie). Dopo la morte del vecchio Sergio, il figlio Davide ha deciso di puntare tutto su due nuove serie fisse (Saguaro e Dragonero, l'attesissimo fantasy che uscirà a partire da aprile 2013) e una collana di graphic-novels che si intitolerà, semplicemente, Le storie


Il grave problema di Saguaro è che non ha la stoffa dell'eroe bonelliano. La posa da fratello povero di Renegade assunta nella copertina di Ritorno a Window Rock è già imbarazzante di suo, ma è la sua comparsa (pag. 5, vign. 3) a confermare la scarsa qualità del fumetto che stiamo leggendo. Saguaro è muto, immobile, anonimo: ci sono personaggi che trovano forza proprio nel loro mutismo, ma non è il caso di questo Navajo moderno, ex-militare, "personaggio di frontiera [...] sospeso fra due culture, due anime" (cito l'editoriale di Gianmaria Contro). Onestamente, a chi interessa, ad oggi, leggere un fumetto western ambientato nel 1972? Il pathos dei dialoghi mi ricorda molto quello dei primissimi numeri di Zagor (un vero fumetto d'avventura): peccato che fra Zagor e Saguaro corrano ben 49 anni di vita editoriale! La sparatoria che va da pagina 83 a pagina 91 è scontata come la colonna sonora di qualche b-movie texmex. La presenza di una spalla femminile come Kai Walken (uscita forse da Star Wars, visto il nome) farà rimpiangere- anche a coloro che a suo tempo la odiavano -la Legs Weaver collega di Nathan Never. E mentre il lettore riflette su tutto ciò in cui poteva impiegare più degnamente i 2,90 € del prezzo di copertina, Saguaro scompare in una capanna nel deserto, inghiottito dai vortici di sabbia, mentre cerca di dialogare con un falco (!!!).
Non penso che comprerò il numero 2.

martedì 22 maggio 2012

Nerd, questi sconosciuti (?)

Solitamente, non mi capita di aprire le pagine dell'ipercriticato nonciclopedia.wikia.com, ma, quando lo faccio, trovo sempre interessanti spunti di riflessione. Sono infatti alcuni giorni che penso all'uso e al reale significato della parola nerd e a come questa si sia imposta con tanta prepotenza nella nostra lingua di tutti i giorni. E'divertente notare come Wikipedia spieghi questo termine:

Nerd è un termine della lingua inglese con cui viene chiamato chi ha una certa predisposizione per la ricerca intellettuale, ed è al contempo tendenzialmente solitario e con una più o meno ridotta predisposizione per la socializzazione

Insomma, stando a quanto emerge da questa presentazione, sembra difficile intravedere una grande differenza fra il nostrano "secchione" e l'anglosassone "nerd". Il popolare reality (fortunatamente defunto dopo due edizioni, datate 2006 e 2010) La pupa e il secchione oggi verrebbe forse intitolato La pupa e il nerd? Non credo proprio. D'altro canto, Nonciclopedia, sito sì irriverente e feroce, sa mettere a fuoco molto meglio della sua sorella "seriosa"le vere differenze fra il classico ragazzo con la testa china sui libri e l'autoescluso sessualmente inesistente. Inizialmente, lo fa grazie ad una serie di punti utili all'identificazione del vero nerd. Ecco quelli che più mi sono apparsi fedeli alla realtà:

  • Esclama "come sono PRO" per congratularsi con se stesso.

  • Insiste nell'affermare di avere una vita sociale[3].
  • Invece di ridere usa espressioni come LOL o ASD.

Poi, prosegue in una sbellicante lista di sintomi del "nerdismo", terribilmente reali:

Incapacità di relazionarsi con l'altro sesso: il soggetto diventa incapace di parlare con l'altro sesso se non esprimendosi mezzo chat, a gesti, a mugugni o estraendo il proprio palmare wireless. Se un nerd trova una partner smette automaticamente di essere nerd.

O anche meglio:

Perdita del senso dell'orientamento in quel di casa propria e perdita dell'identità: il soggetto pensa di vivere nella Terra di Mezzo e di chiamarsi Arwen.

La cosa più giusta che porta avanti Nonciclopedia è la definizione di "nerd" circoscritta all'ambito della tecnologia, dei videogame, degli universi paralleli. Wikipedia, invece, allarga il campo all' "esercizio intellettuale" assoluto. Ne deriverebbe che Galileo o Leopardi erano nerd, o, peggio ancora, che aver creato Super Mario o Facebook potrebbe aver assunto un'importanza pari a quella della relatività di Einstein o della meccanica quantistica di Heisenberg. Ecco, se pensiamo a queste persone e a quanto hanno scoperto con la loro ricerca e il loro studio, come possiamo anche solo meditare di etichettarli con un termine tanto stupido?
Ciò che mi rende ancora più furioso è il fenomeno detto "orgoglio nerd" (immancabile il paragrafo su Wikipedia): di cosa dovrebbero andare tanto orgogliosi? Chi passa la vita a scaricare app per il proprio smartphone difficilmente vince il Nobel. Chi ha comportamenti sociali che presentano inquietanti assonanze con la Sindrome di Asperger non dovrebbe avere molto di cui vantarsi.
Immaginiamo adesso un ipotetico dialogo fra due persone:

P1- E tu cos'è che fai nel tempo libero?
P2- Ma...sai...colleziono francobolli.
P1- Ah, sei un nerd! E tu, invece?
P3- Colleziono modellini di aerei, macchine e treni.
P1- Cazzo, sei troppo un nerd! E tu?
P4- Beh, leggo un buon libro!
P1- Aaaaaah, nerdissimo!

Purtroppo, a causa dei brutti tempi che stiamo vivendo, tutti devono essere considerati nerd, anche nel mettere a frutto le passioni di una vita. Di questo passo, chi vincerà una Medaglia d'Oro alle Olimpiadi di Londra potrà essere etichettato come nerd!


venerdì 18 maggio 2012

Cannes 65

La buona notizia è che Moonrise Kingdom di Wes Anderson apre il festival.
La cattiva notizia è che Reality di Garrone è stato preferito a Io e te di Bertolucci come film italiano in concorso.
La buona notizia è che Dracula 3D di Argento è fuori concorso. Molto fuori, spero.
La cattiva notizia è che Kiarostami (ex-grande regista iraniano) si presenta con un film irannipponico.
La buona notizia è che la Francia ha in concorso un bravo regista, Audiard (con Rust and Bone), e due semidei come Carax (torna al cinema dopo 13 anni con Holy Motors, interpretato da Eva Mendes) e Resnais (splendido 90enne, ha appena girato il corale Vous n'avez encore rien vu).
La cattiva notizia è che nel nuovo film di Cronenberg (Cosmopolis, in concorso) il protagonista è interpretato da Robert Pattinson.
La buona notizia è che On the Road (adattamento dal sopravvalutatissimo romanzo di Kerouac) è prodotto da Coppola, diretto da Salles (I diari della motocicletta) e interpretato da Kristen Stewart, Viggo Mortensen e Kirsten Dust.
La cattiva notizia è che un film con Zac Efron (The Paperboy) non può essere in concorso a Cannes.
La buona notizia è che Madagascar 3. Ricercati in Europa è (giustamente) fuori concorso.
La cattiva notizia è che Killing them Softly di Dominik circolerà pochissimo, in quanto film altamente antihollywoodiano.
La buona notizia è che Clive Owen interpreterà Hemingway in Hemingway & Gellhorn del bravo Kaufman.
La cattiva notizia è che ci sono troppo pochi film scandinavi (solo The Hunt del sommo Vintenberg, già collega di Von Trier e regista di Festen, uno dei più bei film drammatici degli ultimi vent'anni). Dov'è il più bel cinema al mondo?
La buona & cattiva notizia è che Nanni Moretti è Presidente della Giuria del 65° Festival di Cannes.

domenica 6 maggio 2012

Un semplice motivo per cui non andare al concerto di Madonna a Firenze

Il concerto di Madonna del 16 giugno sembra l'evento che più di ogni altro segnerà il capoluogo toscano in questo terribile 2012. Le leggende metropolitane hanno già iniziato a susseguirsi in un turbine di mezze verità riciclate e riproposte con toni sempre più glamour e vernacolosi. Una delle più particolari è quella che segue: spetterà ad uno dei pochi "trippai" rimasti attivi l'arduo compito di sfamare la regina del Pop, che- sempre a quanto si dice -avrebbe già ordinato, con svariati mesi di anticipo, viveri a base di frattaglie per sè e il suo staff. Altre perle di pettegolezzo sono quelle che vogliono un intero piano del Four Seasons Hotel prenotato solo per il suo guardaroba o che lo chef della rinomata Enoteca Pinchiorri si sia licenziato per poter offrire gratuitamente i suoi servigi alla cantante. Di questo passo, salterà fuori l'idea di farle "varare" il Davide di Michelangelo con uno champagne della sua riserva personale, o anche meglio di rigirare L'oggetto del desiderio all'Isolotto, con il sindaco Renzi nel ruolo dello stupratore Raymond e il sacrificio finale "spostato" da Brooklyn al Ponte Vecchio. Mi metto a ridere non solo di fronte all'aneddotica sorta intorno all'evento, ma proprio per l'evento in sè. Lo dico perchè, obbiettivamente, questo è il tour del peggiore disco mai inciso dalla cantante americana, MDNA. Non mi interessa soffermarmi sul perchè colei che era entrata nei 50 a testa alta, sfoggiando un disco di ottima musica (Confessions On A Dancefloor), si sia ritrovata a desiderare il suono di David Guetta in un album che definire stupido; rimango solo colpito dal modo in cui la plebe assisterà applaudendo e fischiando ad uno spettacolo che mette in scena un prodotto artistico molto scadente. Ma, in fondo, a chi può interessare che per la Ciccone non siano più i tempi di True Blue? L'importante è dimostrare ai colleghi o agli amici di qualche squallido bar della provincia più sperduta che si avevano centoventi euro da spendere per un evento veramente imperdibile. 


P.S.: scritto ascoltando Ray of Light (1997), il mio disco preferito di Madonna.