venerdì 17 gennaio 2014

5 film del 2013 visti tardi da vedere, recuperare, avere [Album]

PREMESSA

Butto un occhio all'archivio del blog, e noto con stupore che la rubrica Album non vede un aggiornamento dall'ottobre del 2013 (mese in cui recensii Dead In Tombstone). <<Strano>>, mi sono detto. Perchè io di film in home video ne vedo tantissimi e ne compro abbastanza, e proprio lo home video, spesso e volentieri, rappresenta per me l'unico strumento grazie a cui recuperare (assieme allo streaming e, saltuariamente, alla televisione) titoli più o meno recenti, oltre che il mezzo con cui vedere opere mai uscite in sala o addirittura inedite nel nostro paese (Hobo With A ShotgunGuilty Of Romance o Dead In Tombstone sono stati recensiti da me proprio in quest'ottica). 
Così, per recuperare questi due mesi di "astinenza" da Album e per segnalare alcuni film che non sono finiti nella classifica sulla stagione 2013, ho deciso di recensire 5 diversi titoli, fra cui 1 pubblicato direct-to-video.

THE RAID- REDENZIONE di G. Evans (Indonesia, 2011) [inedito in sala]

Film indonesiano del 2011, uscito negli USA nel 2012 e arrivato in Italia il 4 dicembre 2013 in DVD e Blu Ray grazie alla Eagle Pictures, The Raid non si segnala di certo per la trama: una squadra speciale di poliziotti viene spedita ad uccidere il capo-mafia di Jakarta, residente nell'attico di un grattacielo che pare sia inespugnabile; ogni piano, infatti, è difeso e praticamente "comandato" da un criminale diverso, il cui compito ultimo è difendere il proprio superiore, che a sua volta coordina il piano di sopra. Evans gira tutto il film influenzato dai grandi autori (si pensi agli occidentali Walter Hill o John Carpenter come agli orientali John Woo o Tsui-Hark) e insegna- a chiunque -come girare un film di azione tratto da quattro righe di sceneggiatura e innovativo in ogni singolo fotogramma. Nessun blockbusteraio degli ultimi dieci anni (nemmeno i blockbusterai travestiti da grandi autori) ha mai girato un film così perfetto sul piano tecnico. E nonostante il milioncino di budget (ne ha incassati quindici nelle sale dei paesi in cui è uscito) si mangia a colazione le trovate dei vari Fincher e Nolan, bravi ma le cui spettacolarità non hanno neanche l'ombra di un combattimento di The Raid. Un film incredibile, che vale- da solo e visto anche in un 11'' -cinque Batman Begins.

STOKER di Park Chan-Wook (USA, 2013)

Primo film "occidentale" di Park Chan-Wook (coreano che coi tre indispensabili Mr. Vendetta, Oldboy e Lady Vendetta si è assicurato un seggio d'onore nel pantheon dei grandi registi), Stoker nasce da una lavorazione travagliata e "graziata"dalla mano di Ridley Scott produttore. E' la malata storia di India Stoker (Mia Wasikowska), giovane attratta dalla violenza brutale e solita masturbarsi sotto la doccia ripensando ad un omicidio a cui ha assistito (tanto per fare un esempio. Un film disturbante e coraggioso, che mostra meno di quanto potrebbe e riesce comunque a far capire benissimo come certi animi umani siano marci alla radice: per sopravvivere basterà trovare i mezzi con cui tenere a bada la propria indole (la caccia ad altri esseri viventi, nel caso di India). Stoker è un grande dramma che vuole dare fastidio e lo dà, portando avanti la storia di una ragazza carina e gentile che scopre come la violenza faccia parte di lei. Le critiche hanno fatto ridere: "lento", "noioso", "mal recitato", "mal scritto". Ecco, ribaltatele e otterrete un film dove tutto funziona e dove la regia è oggettivamente potente, studiata e originale. Farvelo "andare bene" o meno è un problema che si pone successivamente: non a tutti può piacere un film che ci ricorda che, alla fine di tutto, l'essere umano è composto di sangue, merda e acqua. Ecco: Stoker serve a questo, a ribadire che siamo tutti delle macchine mobili e che come tutte le macchine possiamo avere dei malfunzionamenti. Un capolavoro che va visto e rivisto almeno tre volte.

LA NOTTE DEL GIUDIZIO di James De Monaco (USA, 2013)

Passo a parlare di un film "difficile": "difficile" perchè vedendo i nomi dei produttori (Bay su tutti) ero un po' prevenuto e "difficile" perchè i cultori dell'horror (sempre più simili a nerd incompetenti che non mettono piede in un cinema dai tempi di Ghost Rider) lo hanno prevalentemente stroncato. A mio avviso, invece, La notte del giudizio di James De Monaco è un film pieno di pregi. Intanto, ha questa trama di un futuro prossimo dispotico (2022) dove, negli Stati Uniti, per una notte all'anno tutti possono commettere crimini a proprio piacimento; poi, al mattino, tutti amici come prima. Una trama simile per me vale già il film, che ha anche il pregio carpenteriano di svolgersi quasi totalmente in un interno "assediato", un pregio dovuto non solo a motivi di risparmio economico, ma anche ai contenuti sociali della pellicola. Si pensi a come le quattro mura disegnano- nel cinema come nella vita -una sorta di distinzione fra noi e il mondo esterno e infondano in coloro che le abitano la falsa consapevolezza che, all'interno, tutto possa essere lecito. Ci sentiamo protetti fin quando le pareti non vengono meno (è qui che sta la grandiosa idea di Von Trier di rappresentare, in Dogville, un paese totalmente senza mura) e le situazioni fra i vari personaggi si modificano, ribaltandosi pressochè del tutto. Ma La notte del giudizio ci dice anche di più, e mostra come fattori quali i soldi, la natura borghese e la possibilità di nascondere il marcio non limitino la crudeltà: anzi, la accentuano e la amplificano. Dunque non siamo di certo di fronte ad un capolavoro, però passiamo meno di due ore senza spengere il cervello neanche per un secondo. De Monaco sbaglia, certo, ma sbaglia col cuore e fa sì che La notte del giudizio non sia più di quello che è: diverte e inquieta attraverso uno sviluppo narrativo mai banale. E riesce anche ad andare oltre al film di genere, nella sua rappresentazione di come l'uomo si comporterebbe in una determinata situazione. La ricerca visiva e la ricerca narrativa vanno di pari passi e fanno più che mai de La notte del giudizio un film da vedere.

SINISTER di S. Derrickson (USA, 2013)

Forse è nato sulla scia dei vari Insidious, ma- al contrario delle produzioni Wan -questo Sinister ha una anche una trama (non è poco), e non solo due mostri di merda fatti al computer. Derrickson è un bravo regista di mestiere e non un genio della macchina da presa (lo aveva ampiamente dimostrato con Hellraiser 5-Inferno e pure col più tiepido Ultimatum alla terra, remake dell'omonimo cult-movie degli anni '50), ma la sua "mano" è perfetta per questo bell'horror dove ritroviamo un Ethan Hawke da Oscar nei panni di questo scrittore sicuro di sè e del proprio lavoro che viene però messo alla prova da entità a cui non può e non vuole credere. La trama è ridotta all'osso? Può darsi, ma in quanto ad idee di messa in scena Sinister ne ha da vendere: con poche e classiche inquadrature riesce a fare davvero paura e a risultare ben studiato e montato. I colpi di scena sono ben dosati e il finale è strepitoso. Ne consegue che è un piccolo grande film senza la pretesa di raccontare il mondo, e che Derrickson è uno di quei nomi da seguire: un talento che solo ora si è manifestato al 101% e che potrebbe regalare ancora ottime sorprese.

ELYSIUM di D. Blonkamp (USA, 2013)

E' incredibile: la gente guarda blockbuster indigeribili, e li guarda volentieri. Poi arriva Blonkamp (il giovane talento sudafricano che ci ha dato District 9) con Elysium e in molti- non dico tutti, perchè il film ha incassato e non poco -hanno da ridire. Non sto a ripetere la trama, che potete trovare su Wikipedia molto ben esposta, ma mi limiterò a dire che, pur non essendo bello come District 9 (perchè è comunque un progetto su commissione e perchè, a mio avviso, ci sono un po' troppe esplosioni), Elysium è uno dei film migliori dell'anno appena trascorso. Peccato che ci si debba solo vergognare delle critiche che gli sono state mosse: tutti concordi nell'elogiare il lato tecnico, la bravura di Blonkamp nel dirigere le scene d'azione, la creatività degli scenografi, il virtuosismo degli addetti agli effetti speciali, l'efficacia del cast, ecc. ... "però peccato che nei contenuti sia appesantito dalla logica marxista". Come "peccato"? La trama del film, per chi lo avesse visto senza accorgersene (anche se ce ne vuole, parliamoci chiaro), è una semplice allegoria di ciò che viviamo noi oggi ambientata nel futuro; e questo non solo è un bene e non un peccato, ma dimostra che il marxismo funziona oggi come centocinquant'anni fa perchè vive di realtà. Dunque inutile fingere che Elysium non sia un film rivoluzionario nei contenuti: lo è eccome, e per fortuna. Ed è altrettanto inutile accogliere con un certo buonismo parrocchiale e giudicare "moderata" una pellicola che mostra come il 10% della popolazione globale si goda il mondo riempiendo il 90% restante di tante piccole cazzate: anche nel futuro di Elysium una discreta fetta di "popolino" si illude di poter stare al pari di chi comanda perchè comunque arriva a desiderare e ad avere determinati prodotti, quando in realtà questi non contano nulla e non sono importanti quanto la salute (e l'operaio Matt Damon se ne accorge a proprie spese). Il contenuto marxista fa vivere questo film, che altrimenti sarebbe soltanto un discreto prodotto fantascientifico con qualche bella sparatoria. E poi Blonkamp sa obbiettivamente girare un film benissimo, e non risulta nè pacchiano nè bombarolo: anche lui, con appena due lungometraggi, ha dimostrato tranquillamente di poter competere con personaggi  à la Nolan (la cui trilogia dell'Uomo Pipistrello vale per me molto meno di District 9 ed Elysium). E se la domanda è <<Elysium può piacere solo ai grigi intellettuali di sinistra?>>, la risposta sarà <<Non necessariamente>>. Il mondo è infatti pieno di stupidi che non sanno niente o di subdoli che preferiscono, comodamente, fare finta di non vedere: per questo, potrà piacere a molta più gente.







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